Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera | MarePesca

enciclopedia

TI SERVONO IMMAGINI PROFESSIONALI?

 

Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera

Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera è uno dei corpi tecnici della Marina Militare - Ministero della difesa. Sul territorio la capitaneria di porto è l'edificio sede del comandante del porto, istituito presso il Compartimento marittimo, ufficio periferico dell'amministrazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nella provincia marittima.Alla capitanerie è affidata la gestione amministrativa, la sicurezza della navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare ed in genere tutte le attività marittime connesse alla fruizione del mare nella più ampia accezione del termine.Il Corpo, storicamente è l’erede delle antiche magistrature del mare, alle quali era stata affidata l'Amministrazione e la cura dei porti ed è stato istituito nella sede di palazzo Pitti, nell'allora capitale del Regno d'Italia, Firenze, con la firma del regio decreto n.2438 del 20 luglio 1865 da parte di Vittorio Emanuele II.Con il passare degli anni, l'odierno Corpo, dopo aver dismesso la toga della magistratura speciale marittima, opera nell'interesse collettivo, per regolare l'utilizzazione dei porti e delle spiagge, ma anche a tutela dei commerci e vigilare su tutte le attività che si svolgono in mare e sulle pertinenze del mare.Ha funzioni di polizia giudiziaria, per le violazioni previste dal Codice della navigazione e delle altre leggi speciali (pesca, demanio marittimo, diporto nautico, ambiente etc.) ed attraverso l'articolazione operativa di Guardia costiera, dispiega la sua azione in mare, nei porti e sulle pertinenze marittime, principalmente per la salvaguardia della vita umana in mare.Il Corpo ha poi funzione di pronto intervento nei casi di soccorso marittimo o di crimini commessi in mare. Per le ultime operazioni, le indagini spettano in collaborazione coi Carabinieri. Per il soccorso marittimo hanno mezzi dotati per intervenire in situazioni di mare estremamente agitato. Sono dotati persino di alcune idroambulanze.I servizi d'istituto sono effettuati con dipendenza da diversi organi dello Stato, dei quali il Comando generale del Corpo delle CC.PP. è l'interfaccia naturale. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è il principale organo istituzionale che si avvale dell'operato delle capitanerie di porto, per la maggior parte delle funzioni collegate all'uso del mare ed attività connesse alla navigazione commerciale e da diporto e sul cui bilancio gravano le spese di funzionamento, ma il Corpo serve anche ulteriori dicasteri, quali il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare col Reparto Ambientale Marino, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali col Reparto Pesca Marittima, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con gli Uffici di collocamento delle gente di mare.Il Corpo delle capitanerie di porto attualmente dispone di un organico di 11.000 persone circa tra ufficiali, sottufficiali e truppa, chiamati NP: Nocchieri di Porto.
 
Indice
• 1 Storia
• 1.1 Istituzioni marittime negli Stati italiani preunitari
• 1.2 La nascita del Corpo delle capitanerie di porto
• 1.3 Le stellette al Corpo
• 1.4 Il Commissariato per l'Alta Italia
• 1.5 Il Ministero della Marina mercantile
• 1.6 Il secondo dopoguerra
• 1.7 Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
• 2 Simboli
• 2.1 Il logo della Guardia costiera
• 3 Organigramma e struttura
• 3.1 Struttura
• 3.2 Organigramma
• 4 Compiti del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera
• 5 La componente aeronavale
• 6 Ricerca e soccorso (SAR) in mare
• 7 Gradi, decorazioni e onorificenze
• 7.1 Individuali
• 7.2 Allo stendardo delle unità navali
• 8 Gruppo sportivo calcio Marina Militare - Guardia costiera
• 9 Acronomi
 
Storia
Volendo fare una breve visita storica alle origini delle capitanerie di porto, non possiamo fare a meno di risalire alle antiche magistrature del mare, che da tempi immemorabili hanno atteso alla disciplina dei commerci mercantili via mare, sia sotto il punto di vista tecnico nautico, che sotto il profilo della formazione degli equipaggi, fino agli arredi portuali, in tutte le epoche.Tralasciando le organizzazioni di antichissima memoria, l’istituzione del moderno istituto, affonda le proprie radici all’alba del primo millennio, quando il risveglio delle speranze umane, fece rinascere tante attività, fra i quali la navigazione e le città di mare. In questo clima nella penisola italica nacquero le città marinare che armarono le loro navi spingendole sempre più verso lidi nuovi e lontani.Naturalmente il risveglio dei commerci e della navigazione, comportò immediatamente nuove istituzioni a terra, per garantire nei porti nuove norme e magistrati speciali per applicare le leggi appositamente redatte. Il corpus legislativo del diritto marittimo, doveva essere uno strumento flessibile per adeguarsi alla “nave”, novello strumento di potere. Con l’avvento delle Repubbliche marinare, il corpo legislativo marittimo, già consistente le speciali Magistrature di queste “città stato”, trovano un importante assetto ordinamentale, tanto da resistere negli antichi stati preunitari, consolidandosi.
 
Istituzioni marittime negli Stati italiani preunitari
Le repubbliche marinare, lasciarono in eredità le loro solide istituzioni marittime ed il corpus legislativo del mare, agli stati preunitari della penisola italiana, che questi adottarono, adeguandone gli ordinamenti alle loro esigenze temporali.Troviamo così le commissioni marittime delle Due Sicilie, composte nei porti principali del Regno, dal capitano di porto e dal controllore dei dazi, alle dipendenze del Ministro della Marina; il capitano del porto di Livorno era il responsabile dei porti e della Marina mercantile del Granduca di Toscana, mentre nel Regno sardo piemontese vi erano due distinti corpi istituzionali: i consoli ed i viceconsoli ai quali era devoluta l’amministrazione della Marina mercantile ed i capitani e gli ufficiali di porto, appartenenti al Corpo dello stato maggiore dei porti, ai quali era affidato il Comando dei porti, la polizia ed i servizi tecnico-nautici.
 
La nascita del Corpo delle capitanerie di porto
L'unità d’Italia, comportò anche l'indifferibile unificazione degli ordinamenti portuali del novello Stato. Il Corpo, vide la luce nella sede di palazzo Pitti, nell'allora capitale del Regno d'Italia, Firenze, con la firma del regio decreto n. 2438 del 20 luglio 1865 da parte di Vittorio Emanuele II, concretizzando, nel nuovo ordinamento statuale, un'interfaccia per la disciplina dei porti e delle attività mercantili portuali e della navigazione. Con la nascita di questa istituzione, vennero soppressi i Consoli di Marina ed il Corpo dello stato maggiore dei porti.Il Corpo delle capitanerie di porto, era all’epoca, un corpo civile inquadrato militarmente formato da Capitani di Porto di prima, seconda e terza classe, Ufficiali di Porto di prima, di seconda e di terza classe e applicati di porto. Le giurisdizioni marittime erano costituite da Compartimenti e Circondari Marittimi, i primi erano affidati al Comando dei Capitani, mentre i secondi erano di competenza degli Ufficiali di Porto. Al Corpo, erede delle precedenti istituzioni sabaude, fu dato carico di molteplici attività, dalla regolamentazione delle attività marittime, a funzioni meno mercantili quali gli arruolamenti militari marittimi. Il sempre maggiore impegno e le ampliate funzioni del Corpo, nel breve volgere di mezzo secolo, richiesero la necessaria istituzione di un organo di direzione e coordinamento, nacque così l'Ispettorato Generale del Corpo delle capitanerie di porto, istituito con R.D. 8 dicembre 1910 n. 857, con competenza su tutti gli organi periferici.
 
Le stellette al Corpo
I teatri bellici che videro impegnati l'Italia non risparmiarono nessun settore della pubblica amministrazione del Regno ed anche il Corpo delle capitanerie di porto fu provato in quei duri banchi di collaudo; il conflitto italo-turco vide gli uomini del Corpo impegnati nella organizzazione dell’imbarco e sbarco di soldati e vettovaglie di guerra. L’epopea del colonialismo africano vide gli stessi uomini impegnati anche nell’organizzazione dei porti occupati e nelle linee di collegamento, nonché alla elaborazione di un corpus giuridico ad hoc. Tutto questo lavoro, ottenne nel maggio 1915, il riconoscimento militare del servizio compiuto nel Corpo delle capitanerie di porto ed al personale fu concesso di portare le stellette, simbolo dei militari, artefice di questo traguardo fu l’ammiraglio Francesco Mazzinghi, divenendo di fatto il fondatore della moderna istituzione delle capitanerie di porto. La prima guerra mondiale portò un grande impegno alle capitanerie di porto: il servizio di mobilitazione, la requisizione del naviglio mercantile per uso bellico, la difesa costiera, la polizia militare, senza mancare all’organizzazione e l'attività portuale volta ad assicurare la continuità dei rifornimenti alle prime linee.Nel mese di febbraio 1918 il Governo gravò il Corpo di ulteriori compiti di carattere militare, tutti gli uomini furono militarizzati per tutto il periodo guerreggiato, con proroga di un semestre oltre la firma dei trattati di pace. Il Corpo venne definitivamente inquadrato militarmente nel mese di novembre 1919 ed infine entrava a far parte dei Corpi della Regia Marina nel settembre del 1923.Questo ultimo provvedimento, consacrò la reale vocazione militare del Corpo, conducendolo fino all’attuale assetto organizzativo.La seconda guerra mondiale, giunse dopo un interguerra non magro, ove gli uomini delle capitanerie di porto furono chiamati nei sorgitori delle Colonie e dell'Impero, mentre con decreto dell'11 novembre 1938, L'ispettorato generale veniva soppresso ed in sua vece istituito il Comando generale delle capitanerie di porto, retto da un ammiraglio di squadra, ridisegnandone organici ed organizzazione.Questo conflitto, fu veramente tragico su tutti i fronti, l'offensiva nemica, interessò in prima linea i porti coloniali prima e nazionali poi. Il personale del Corpo, duramente provato ha scritto pagine di valore, testimoniato dal consistente medagliere guadagnato sul campo. L'8 settembre, è stata un'altra pagina di gloria e dolore, da un lato vi fu il traguardo dell'autoaffondamento di un consistente numero di unità mercantili che potevano essere requisite dall’esercito di occupazione, mentre dall’altro tanti uomini delle capitanerie di porto conobbero la via dei campi di concentramento nazisti.
 
Il Commissariato per l'Alta Italia
Con la divisione dell'Italia del Nord dal Regno del Sud, a seguito dell'armistizio dell’8 settembre, mentre nel Regno vigeva il preesistente ordinamento, nel nord Italia vennero istituiti la Direzione Generale della Marina Mercantile ed il Comando generale delle capitanerie di porto, con sede a Verona e successivamente a Milano. Queste due istituzioni, sorte in situazioni molto emergenziali, furono di grande utilità nella tutela del naviglio nazionale, dei porti e nella salvaguardia delle istituzioni marittime in genere.
 
Il Ministero della Marina mercantile
Il Comando generale delle capitanerie di porto, nel 1948, lasciò il posto ad un ricostruito Ispettorato Generale al cui Comando fu preposto l'Ufficiale Ispettore, più anziano di grado in servizio permanente effettivo, appartenente ai ruoli del Corpo ed in questo contesto, il Corpo fu posto alle dipendenze dell'allora Ministero della Marina Mercantile.
 
Il secondo dopoguerra
La ricostruzione, interessò tutti i porti della penisola e delle isole, totalmente distrutti, sia strutturalmente che negli arredi, senza tralasciare il naviglio, completamente distrutto, E la rinascita vide protagonisti, anche gli uomini del Corpo, attivi anche nei settori economici, oltre che nel ruolo che gli compete di gestione dei porti e l’amministrazione tecnico giuridica della navigazione marittima.
 
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Dal 1996 con una serie di accorpamenti gli uffici delle Capitanerie di Porto passano al Ministero dei Trasporti e della Navigazione, nato dall'unione dei Ministero dei Trasporti con il Ministero della Marina Mercantile. Con la Riforma Bassanini del Governo D'Alema I di cui al D. Lgs. n. 300/1999, entrata in vigore nel 2001 col Governo Berlusconi II il Corpo passa al neo istituito Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che accorpa parte del Ministero dei Lavori Pubblici col predetto dicastero, da cui a tutt'oggi dipende.
 
Simboli
Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera è rappresentato da:
•  stemma araldico della Forza armata.
•  Bandiera navale della Marina Militare
•  Logo del servizio di Guardia costiera
•  Stendardo delle unità navali della Guardia costiera
•  Santa patrona, santa Barbara, patrona di tutta la Marina Militare
 
Il logo della Guardia costiera
A seguito dell'istituzione dei reparti di Guardia costiera del Corpo delle capitanerie di porto di cui al decreto interministeriale dell'8 giugno 1989, a similitudine di quanto già avvieniva in tutti i servizi di Guardia Costiera del mondo, le unità navali ed aeree del Corpo, furono "vestite" della tradizionale banda diagonale rossa sugli scafi e sulle carlinghe. Questo simbolo, appunto, distintivo del servizio di Stato «Guardia Costiera», in questa veste nazionale, tuttavia, fu caricato di due piccole bande marginali verde e bianca, in ossequio alla bandiera nazionale, mentre al centro fece posto alla nera ancora della Marina Militare, in tondo bianco.Oggi questo distintivo è familiare a chi frequenta il mare.
 
Organigramma e struttura
 
Struttura
Il Corpo delle capitanerie di porto è dotato della seguente organizzazione territoriale:
• 1 MARICOGECAP - Comando generale, con funzioni di centro nazionale di soccorso in mare (IMRCC)
• 16 DIREZIOMARE - direzioni marittime, cui fanno capo altrettanti sotto-centri di soccorso (MRSC)(ultimamente è stata istituita la 16° Direzione Marittima di Olbia, dividendo in due parti la Sardegna)
• 54 COMPAMARE - compartimenti marittimi-capitanerie di porto
• 47 CIRCOMARE - Uffici circondariali marittimi
• 126 LOCAMARE - Uffici locali marittimi
• 38 DELEMARE - Delegazioni di spiaggia
 
Organigramma
Il Comando generale ha sede a Roma (EUR) presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha accorpato il Ministero della Marina Mercantile.
 
Compiti del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera
Premesso che le CC.PP - GC, sono una espressione della Marina Militare italiana, quale Corpo organico alla stessa F.A., pur tuttavia, questo svolge compiti e funzioni non strettamente legati all’attività istituzionale della Forza Armata di appartenenza. Tali compiti e funzioni sono, infatti, di natura e fini prevalentemente civili, legati all'uso pubblico del mare, nella più ampia accezione del termine e vengono svolti in dipendenza funzionale da vari ministeri, con particolare dipendenza dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, erede del Ministero della Marina mercantile, soppresso nel 1994. Le attività espletate, si concretizzano in:
• ricerca e soccorso in mare (SAR);
• sicurezza della navigazione;
• port state control;
• protezione ambiente marino;
• controllo sulla pesca marittima;
• formazione del personale marittimo;
• iscrizione del naviglio mercantile, da pesca e da diporto;
• contenzioso per le violazioni amministrative marittime;
• polizia tecnico-amministrativa marittima comprendente: la disciplina delle attività marittime (potere di ordinanza), controllo del traffico marittimo, manovra delle navi, inchieste sui sinistri marittimi, gestione dei porti non sede di Autorità portuale;
• collaudi ed ispezioni ai depositi costieri;
• vigilanza e polizia demaniale marittima;
• arruolamento del personale militare della Marina;
• archeologia subacquea;
• antimmigrazione;
• servizi di protezione civile;
• servizi di polizia stradale (già art. 12, c. 3 let. F) del codice della strada.
Nell'ambito delle altre attribuzioni connesse allo svolgimento di compiti e mansioni di carattere militare discendenti dalle incombenze di forza armata, per quanto attiene le funzioni di polizia militare, oltre che all'Arma dei carabinieri le stesse sono prescritte anche per il Corpo delle capitanerie di porto - guardia costiera, già a mente della legge 8 luglio 1926, n. 1178 (Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 1926), recante ordinamento della Regia Marina, e del precipuo art. 32 spettanze del Corpo delle capitanerie di porto, lettera M, che recitava: «concorrere alla difesa marittima e costiera, ai servizi ausiliari e logistici dell'armata, all'applicazione delle norme del diritto internazionale marittimo e all'esercizio della polizia militare»;. A maggior riprova, si evidenzia, altresì, che anche il recentissimo codice dell'ordinamento militare di cui al d.lgs. 15 marzo 2010, nº 66 (Gazzetta Ufficiale 106 del 8 maggio 2010, serie ordinaria nº 84, all'art. 132, comma 1º let. A), richiama letteralmente il prefato disposto, nonché si evidenziano i contenuti ex comma 2 art. 90, stessa norma, dal titolo funzioni di polizia militare, che salvaguardia espressamente detta competenza.Tale attività di polizia militare è altresì legislativamente rafforzata poi dalla successiva let. B del medesimo articolo, relativa al reclutamento del personale di leva marittima, alla compilazione e tenuta delle matricole ed alla mobilitazione del personale posto in congedo. Per la varietà di compiti e diversi dicasteri od enti amministrativi interessati, la componente del Corpo delle capitanerie di porto, è uno sportello unico per le attività marittime.
 
La componente aeronavale
Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera, ha una flotta composta da oltre 300 unità navali di vario tipo, dislocate in 113 fra porti e approdi della penisola italiana e delle sue isole, dispone inoltre di una componente aerea formata da velivoli ad ala fissa ed ala rotante stazionati presso le sedi del 1º, 2º e 3º nucleo aereo rispettivamente sugli aeroporti di Sarzana-Luni, Catania e Pescara in cui operano 7 Piaggio P.166 (codice di chiamata radio: "orca") e 4 ATR 42-500 MP ("manta"). In due di queste sedi, Sarzana e Catania, esistono inoltre due sezioni elicotteri con Agusta-Bell AB 412 ("koala") e 4 nuovi AgustaWestland AW139 ("nemo"). In futuro la Guardia Costiera ha intenzione, con l'arrivo degli AgustaWestland AW139, anche di aprire nuovi nuclei elicotteri a Cagliari, Salerno e Pescara .Questi Mezzi, sono interamente dedicati ai compiti istituzionali del Corpo, che possono essere suddivisi in tre settori: la salvaguardia della vita umana in mare e le conseguenti attività di soccorso, la polizia marittima e la sicurezza marittima. Ciò senza porre in secondo ordine i rapporti funzionali che il Corpo intrattiene con diversi Dicasteri, per l'esercizio del controllo sulla pesca marittima o la protezione dell'ambiente marino. Il potenziamento dei Mezzi navali del Corpo delle capitanerie di porto ha origine con la promulgazione della Legge n.413/1998, con la quale sono stati messi in cantiere 5 pattugliatori della classe 900 e 28 unità d'altura a grande autonomia (AGA) della classe 200/S, inoltre sono state commissionate 43 motovedette classe 800 (SAR), 26 motovedette classe 2000 e 32 unità navali classe 500 e diversi mezzi litoranei.
 
Ricerca e soccorso (SAR) in mare
Il regolamento di attuazione della Convenzione di Amburgo del 1979 (DPR 28 settembre 1994 n.662, è il documento di coordinamento, anche innovativo, in materia di ricerca e soccorso in mare, infatti questo documento dispone l'organizzazione del sistema di soccorso secondo precisi criteri aderenti alla normativa internazionale. In questo assetto, Il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, attraverso la propria Centrale Operativa, ha assunto le funzioni di "Italian Maritime Rescue Coordination Centre" con l'acronimo I.M.R.C.C.(Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo). L'IMRCC, in tale veste, assume il coordinamento delle operazioni di soccorso in mare, nell'area marittima di competenza Italiana, ma in particolare è incaricato di promuovere,mantenendo i pertinenti collegamenti Internazionali con gli omologhi di altri Stati, il soccorso in favore dei mezzi e cittadini italiani in qualsiasi mare, analogamente, è incaricato del soccorso a mezzi e persone straniere nelle acque italiane. In questo ambito Le Direzioni marittime, con le loro sale operative, assumono le funzioni di Centri secondari di soccorso marittimo (M.R.S.C.) ed assicurano il coordinamento delle operazioni SAR nelle arere di loro competenza, secondo i pentimenti piani di soccorso o in base alle deleghe dell'IMRCC.Tutti gli altri uffici periferici del Corpo delle capitanerie di porto, sono classificati U.C.G. (Unità Costiere di Guardia), i quali hanno la facoltà di coordinamento degli eventi SAR che accadono nelle proprie giurisdizioni, sempre secondo le deleghe permanenti o degli organi sovraordinati. In fase di coordinamento di soccorsi marittimi, i Centri secondari di Soccorso e le unità costiere di guardia hanno facoltà di richiedere i mezzi necessari anche ad altre Amministrazioni dello Stato o privati.
 
Gradi, decorazioni e onorificenze
Di seguito è riportato uno schema riassuntivo dei gradi della Marina. Premere espandi per aprire il cassetto. I distintivi di grado del personale appartenente al Corpo delle capitanerie di porto, sono identici a quelli della Marina Militare, ma si differenziano, ad eccezione degli ufficiali ammiragli, per il colore del panno di fondo, che in questo caso è grigio verde e la denominazione dei gradi apicali.
 
Gruppo sportivo calcio Marina Militare - Guardia costiera
Nell'ambito delle attività sportive il Corpo delle capitanerie di porto, è inquadrato nel gruppo sportivo della Marina Militare (nome telegrafico Marisport) ed in questo contesto, il gruppo sportivo ha autorizzato la nascita del gruppo sportivo calcio della Guardia Costiera. Tale Gruppo è presieduto dal Capo Ufficio di Marisport che si avvale della collaborazione di un presidente esecutivo del Corpo delle capitanerie di porto.La squadra di calcio, rappresentante la Guardia costiera, è denominata “Stella Polare”, i calciatori sono selezionati fra il personale in servizio e si avvale delle strutture del centro sportivo del Polo universitario della Sapienza. La “Stella Polare” è stata iscritta per la prima volta al campionato interregionale di 1ª categoria del Lazio e per la stagione 2007-2008, milita nel campionato LND di promozione. È stata creata, inoltre, una squadra juniores.
Nautica (imbarcazioni e regole)