Palamito | MarePesca

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Palamito

Com'è composto
 
In genere un palamito è composto nel suo insieme da una coffa, che altro non è che una bacinella tonda munita di parpella, la quale serve a depostare gli ami innescati.In seguito avremo la lenza madre o trave , la cui funzione è quella di sostenere i braccioli forniti di ami . Avremo inoltre la presenza dell' orsa , ovvero il cordino che, legato da una parte alla boetta e dall' altra al piombo principale servirà a mantenere fermo il palamito stesso.Sulle boette verranno applicate due aste con bandiera, solitamente di colore giallo per i pescatori dilettanti. Aggiungeremo infine i moschettoni, i quali serviranno a far scendere la lenza madre sulle orse, i piombi di mantenimento, in genere di piccole dimensioni e forniti di un filo generalmente in rame mediante i quali si fisserà il palamito al fondo. Ovviamente le dimensioni di tutti questi particolari saranno determinati in base al tipo di palamito che vorremo costruire, sia esso destinato alla pesca in fondi bassi e sabbiosi alla ricerca di piccole prede oppure ai grandi pesci pelagici su fondali di 1000 metri e più.
 
Lo scopo del palamito.
 
Lo scopo del palamito non è altro che quello di presentare l'esca in modo soddisfacente alla preda ricercata, ben conoscendone le proprie abitudini a seconda dell' andamento stagionale, aumentando le catture rispetto ad altri tipi di pesca, meno selettivi e meno efficaci.
 
Costruiamo il palamito
 
I nodi
I nodi generalmente utilizzati per altri tipi di pesca in genere non vengono utilizzati nella costruzione di un palamito, in quanto generalmente piuttosto complessi e di lunga realizzazione.Senza andare a finire nei nodi strettamente "professionali", di estrema rapidità ma di dubbia tenuta ( non dobbiamo dimenticare che un palamito armato da professionisti supera talvolta i 2000/3000 ami) , problema che i professionisti hanno risolto con l'aumentare dei diametri di lenza impiegati, rimarremo in nodi standard, di buona tenuta ma non troppo complessi.

1) Il nodo per il bracciolo.A madre stesa, inizieremo a legare uno ad uno i nostri braccioli, seguendo il nodo illustrato qui a seguito:Inutile dire che i nodi per essere ben eseguiti devono essere inumiditi prima di essere stretti.

2) Una nota per quanto riguarda la lenza madre:Cercheremo di utilizzare una lenza specifica per palamiti, preferibilmente trattata antisdrucciolo.Un'ottimo prodotto è costruito dalla DP, il nome del prodotto è Pilu.Ottimo anche il cordino specifico per palamito, il quale ha un' ottima durata ed è di semplice utilizzazione, in quanto molto morbido eviterà il classico problema dell' inserimento nella cesta durante la fase del recupero del palamito stesso, inoltre avrà un'ottima tenuta in caso di calata del palamito su fondi misti o coralligeni.Per quanto riguarda invece la lenza per i braccioli, conosco due tipi di lenza dalle ottime caratteristiche: La prima, da utilizzare su diametri max dello 0.40 è il classico Falcon Prestige, il quale oltre a non possedere memoria, e di conseguenza si "stira" bene, ha la prerogativa di essere molto tenace ed avere un trattamento "fluorocoating" che lo rende, a parità di diametro, meno visibile di altri fili.Un'altro filo eccezionale per la sua robustezza è il Perlon della Bayer, il quale andrà utilizzato per diametri di grossa sezione, il quale, pur essendo estremamente robusto, è purtroppo rigido.

3) Leghiamo gli ami. Considerando un'amo del tipo ad occhiello, il nodo più pratico e affidabile, per quanto riguarda la pesca col palamito è il seguente:

Ultimi passi: 

4) Esistono altri tipi di nodi, ma questo rispetto ad altri possiede una notevole resistenza all' abrasione, importante se si considera la permanenza in' acqua ( e si spera nella bocca dei pesci), difatti la parte del terminale rimane interna alle spire del nodo stesso, quindi protetta. A mano a mano che procederemo la legatura dei braccioli e inseriremo la nostra lenza nella cesta agganceremo gli ami sul bordo della cesta, dove avremo provveduto ad applicarvi un sughero per poter puntare gli ami stessi. Gli ami dovranno essere puntati in sequenza e nel modo piu' ordinato possibile, per evitare imbrogli al momento della calata.Una nota per il sughero:Cercate di utilizzare sugheri naturali, meglio se compressi, ed evitate i sugheri sintetici, i quali anche se hanno un costo inferiore, non garantiscono la tenuta dell'amo e inoltre tendono a sfarinarsi dopo una anche minima permanenza ai raggi U.V. Una volta costruita questa parte di palamito, dovremo procurarci una boa di segnalazione, con un' asta lunga un paio di metri almeno, sulla quale verrà applicata nella parte superiore una bandiera triangolare di colore giallo, mentre la parte inferiore dovrà essere appesantita tramite un piombo, in genere del peso di 1 kg, in modo da bilanciare il segnale stesso e mantenere la bandiera in alto una volta in acqua.Inneschiamo il palamito.Questa operazione si svolge normamente a terra oppure a bordo dell' imbarcazione al porto, dove si sarà pi' comodi per svolgere questa delicata operazione , cruciale per ottenere un buon risultato.Si procederà come segue:Partendo dall' ultimo amo puntato si tirerà leggermente di pochi cm il bracciolo e si innescherà,lo si poserà sulla parpella e via di seguito, facendo attenzione che gli ami innescati restino fianco a fianco e non si sovrappongano mai, pena imbrogli tremendi.Una volta finita questa fase siamo pronti per la stesa.

5) La stesa.Una volta giunti alla posta in cui abbiamo deciso di stendere il palamito, inizieremo coll'applicare il piombo all'orsa, quindi lo faremo filare in mare fino a quando raggiungerà il fondo.Una volta il fondo raggiunto, lasceremo ancora qualche metro di vordino in bando, in modo che ne le correnti ne le onde lo possano spostare.Collegheremo l'asta con la bandiera, quindi infileremo il moschettone nell'orsa e lo faremo calare.Nello stesso tempo inseriremo la marcia avanti al motore della barca e proseguiremo a calare, tenendo la lenza madre in mano e facendo attenzione alla corretta fuoriuscita dei braccioli.E'buona norma inserire ogni tanto un piombo da pochi grammi, il quale ha la funzione di portare la lenza madre nella zona desiderata, facendolo scendere piùvelocemente.Una volta terminata la stesa, agganceremo il momschettone alla seconda orsa, già preparata col piombo, e fileremo tutto a mare. Rimarrà da collegare la seconda boa a calata terminata.A questo punto ricordiamoci di fare un piccolo sopralluogo con l'imbarcazione e se si possiede un GPS marcare l'ubicazione di entrambe le boe, sarà di grande aiuto al momento della salpata conoscerne il posizionamento esatto.LA SALPATA.Per la salpata procederemo all'incirca nello stesso modo della calata, iniziando a salpare dalla boa che ci sarà più comoda, in base alla direzione della corrente e del vento.Una volta salpata la prima orsa prenderemo il moschettone in mano e inizieremo a vedere il risultato della nostra pescata: Se avremo calato correttamente e nel posto giusto non tarderemo a sentire i classici strattoni che preannunciano l'arrivo di una preda.Ricordiamoci di rimettere bene a posto gli ami sul sughero, ci eviterà di dover disfare grovigli pazzeschi al momento in cui dovremo ripassarlo per controllare i braccioli.Ultime raccomandazioni.Non esagerate col numero di ami, è piùimportante trovare un punto buono che calare centinaia di ami, inutile infatti è piazzarli dove non vi è pesce. Controllate sempre bene ami e braccioli, un bracciolo rovinato su un palamito di grosse dimensioni non è nulla, ma secondo la legge di Murphy siate pur certi che il prossimo bel pesce morderà proprio li....Non fate rimanere il vostro palamito per troppo tempo in acqua. A parte che non è necessario, poiché l'esca dopo un determinato numero di ore (dipende dall'esca) verrà completamente mangiata da animaletti presenti sul fondo, inoltre il pesce quando muore viene in fretta divorato da pulci, granchietti e altro, quindi inutilizzabile ai nostri fini gastronomici.Meglio che peschi un pò meno, e nel caso doveste salpare pesci a vostro avviso non interessanti potrete sempre rimetterli in acqua lasciando loro una buona possibilità di sopravvivenza.