Scorfano rosso | MarePesca

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Scorfano rosso

  Scorfano rosso
Scorpaena scrofa
Attinopterigi
Scorpeniformi
50
generico
MARE
Fondale
No
pericolo pericolo pericolo pericolo
Lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa Linnaeus, 1758) è un pesce della famiglia degli Scorpaenidae.
 
Distribuzione e habitat
È diffuso nell'Oceano Atlantico orientale, dalle isole britanniche, al Marocco, nelle Canarie, nelle Azzorre e nel Mar Mediterraneo. Vive su fondi duri, rocciosi o a coralligeno, di solito ad una profondità superiore ai 20 m (fino ad oltre 200 m) anche se i giovani possono essere incontrati in acque più basse. Ha una predilezione per le secche scogliose che si elevano da un fondo fangoso.
 
Descrizione
È riconoscibile da tutte le altre Scorpaena per le appendici carnose sul mento, nessun'altra specie le ha. C'è anche una appendice allargata sull'occhio. Per il resto è simile alle altre scorpene, con testa massiccia (forse in proporzione più grande che nei congeneri) spinosa e coperta di appendici cutanee. Il colore è in genere rosso vivo ma può presentarsi anche rosa, bruno o giallo zolfo, variegato di scuro in vari modi e, in genere, con una macchia nera al centro della pinna dorsale. Raggiunge 50 cm di lunghezza.
 
Riproduzione
Avviene tra maggio ed agosto.
 
Biologia
Passa gran parte del tempo fermo immobile in un punto rialzato attendendo che una preda gli passi davanti.
 
Pesca
Si può catturare sia con lenze che con palamiti o reti a strascico.Le carni sono molto apprezzate e utilizzate soprattutto in vari brodi e zuppe di pesce. È, ad esempio, ingrediente obbligatorio per preparare alcuni piatti come il cacciucco alla livornese o la bouillabaisse di Marsiglia.
 
Veleno
Le spine dei raggi della pinna dorsale e dell'opercolo branchiale sono collegate a ghiandole velenifere che rendono assai dolorosa la puntura, che può talvolta avere carattere di gravità e in alcuni rari casi può provocare perdita di coscienza, vertigini e ipotensione.Per un primo soccorso in caso di puntura togliere eventuali spine, lavare e disinfettare la parte traumatizzata, immergere la zona colpita in acqua molto calda (anche salata) per due ore (almeno un'ora), o anche 30 minuti sotto la sabbia, poichè il veleno è termolabile cioè viene inattivato dal calore.