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tecniche di pesca

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Jigging

Un'esca ancora poco utilizzata in Italia dai pescatori di Bass e Lucci è sicuramente il Jig, ovviamente poco applicata risulta quindi la tecnica dello Jigging.Consiste in una presentazione verticale a saliscendi dell'esca. La tecnica di recupero è apparentemente semplice e si effettua principalmente dalla barca per sondare ostacoli e strutture sommerse poste sul fondale, anche a notevoli profondità. Classico italico esempio può essere la pesca al Persico Reale sui grandi laghi del nord, utilizzando a saltelli sul fondo piccoli jig e grub siliconici, in prossimità delle legnere (fascine di legno poste dall'uomo per farvi trovare tana e rifugio ai branchi di persici). Uno specialista d'oltreoceano di questa pesca di profondità è invece Gary Yamamoto, più noto a noi italiani come l'inventore delle famose esche viniliche salate, come i Senko. Durante lo Jigging, in pratica non si tocca o quasi il mulinello, perché dopo il lancio si imprimono dei movimenti all'artificiale con la canna, agendo di polso e tenendo il filo in mano con la sinistra, a braccia larghe. Questo accorgimento serve in primo luogo per avere una pronta riserva di filo in caso di abboccate violente e repentine. La cosa più difficile in queste tecniche, non mi stancherò di ripeterlo, è sicuramente quella di decifrare le abboccate. Quasi sempre infatti, il pesce non attacca l'esca in modo brutale, ma al contrario la spizzica, soprattutto frequentando posti super battuti ed aggiungeteci che quasi sempre lo fa, mentre l'esca affonda o si trova a notevole profondità. Il filo in mano serve soprattutto per avvertire fremiti e vibrazioni fra le dita, a volte con segnali davvero subdoli e portati in modo quasi impercettibile. Solamente l'esperienza ed il continuo praticare della tecnica ci faranno scoprire la differenza fra un arresto dell'esca su di un ramo, su di un sasso o sul fondo ed un piccolo assaggio del pesce. Si dovrà arrivare ad avere una sorta di “sesto senso" in grado di farci pervenire ed intuire quanto sta accadendo alla nostra esca. A volte si ha persino la sensazione di avvertire una sorta di piccola scossa elettrica!Quando qualcuno di questi segnali compare, si lascia il filo con la mano sinistra per non far avvertire peso al pesce, si abbassa repentinamente la punta della canna verso l'acqua e si stocca la ferrata.
 
Cosa sono i Jigs ?
Per chi ancora non li conoscesse, sono una famiglia di artificiali, made in Usa, molto numerosa e varia. Per trattarli in modo adeguato, vista la sempre maggiore importanza che rivestono giorno per giorno nello spinning, verrà a loro riservato un apposito articolo sul sito. Sono formati innanzitutto da una testa piombata di forme diverse, si va dalla classica sfera, fino ad arrivare ad un'imitazione di testa di pesce. All'interno di questa piombatura, viene annegato in fusione un amo singolo, mentre alla sommità della piombatura si trova l'anello per il collegamento alla lenza. La particolare piombatura permette di mantenere l'amo con la punta rivolta verso l'alto, conferendogli un discreto effetto antialga, che si può migliorare ulteriormente con appositi sistema antialga aggiuntivi.Il Jig viene poi perfezionato con l'aggiunta di gonnellini (skirt) siliconici, con piume, con materiali sintetici, con pelo di cervo… insomma con un'infinità di materiali che hanno il principale compito di fluttuare durante il recupero, rendendosi adescanti agli occhi del pesce.Vengono poi ulteriormente resi adescanti dal pescatore con l'aggiunta di trailer in silicone, quali gamberi, rane, salamandre, code semplici e doppie o trailer in Pork Rind (cotenna di maiale in salamoia). Questi trailer hanno la funzione di migliorare l'aspetto dell'artificiale rendendolo più adescante e quella di aumentarne il volume complessivo. Inoltre il trailer rallentando la caduta verso il fondo, migliora la presentazione ed aumenta notevolmente le possibilità di abboccata.Personalmente non utilizzo mai il Jig da solo, non mi da abbastanza fiducia…tutte le volte mi scelgo un bel trailer da abbinargli; d'estate di gomma, mentre d'inverno preferisco la cotenna di maiale salata.Le dimensioni di queste esche vanno da 1" - 2" per le misure più piccole fino ai 4 e 5 pollici, e vengono prodotti in una gamma pressoché infinita di colorazioni, come d'altronde succede per tutte le altre esche made in Usa.Le misure intermedie e grosse invece, sono fantastiche per insidiare i Bass all'interno degli ostacoli ed a filo dei canneti, il loro recupero a saliscendi, intervallato da continui rilasci, attira irresistibilmente Bass di notevoli dimensioni…per non parlare dei Lucci, che spessissimo se ne vanno con l'esca in bocca, tagliando il filo.Indubbiamente non sono artificiali che attirano subito l'attenzione del pescatore (ricordiamoci che siamo noi pescatori i primi ad abboccare alle esche, in negozio !!!).La “bruttezza" dell'esca, credo sia il principale motivo dello scarso utilizzo, in Italia. E' invece, a mio parere, un gruppo di esche dal rendimento eccezionale, soprattutto da utilizzare negli ambienti inerbati e ricchi di ostacoli del sottoriva e soprattutto negli hot spot soggetti a forte pressione di pesca.Io li uso con successo, alternandoli alla pesca con i Tube siliconici, un'ennesima variante dei Jig.Sono le esche che più hanno fatto arricchire gli angler professionisti americani di pesca al Bass, che le hanno proposte e le propongono quotidianamente in tutte le possibili varianti.Si utilizzano principalmente nei sottoriva infrascati a flipping , o un po' più lontano a Pitching, anche con canne da spinning, oppure dalla barca o dal belly boat con canne da Casting. La leggerezza dell'insieme, il fluttuare del gonnellino che lo fa sembrare vivo, uniti ad un recupero irregolare ed imprevedibile, fanno di quest'esca un'arma vincente nelle mani del pescatore che impara ad utilizzarla correttamente. E' un'artificiale che permette di avvertire attacchi in tutti gli strati d'acqua.