Pesca all'inglese | MarePesca

tecniche di pesca

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Pesca all'inglese

La pesca all'inglese è un tipo di pesca che viene effettuata utilizzando delle canne telescopiche/ad innesti con una lunghezza compresa tra i 3,9 e i 4,5 e metri dotate di mulinello.Si utilizzano per tale pesca i galleggianti all'inglese, i quali vengono uniti alla lenza da una sola estremità. L'azione di pesca si svolge lanciando il galleggiante ad una distanza che può arrivare anche ad 80 m, procedendo (immediatamente dopo la caduta in acqua del galleggiante) ad un veloce recupero di 2/3 metri sott'acqua per far affondare il filo. La canna viene montata con una quantità di anelli doppia rispetto ad un attrezzo utilizzato per la pesca alla bolognese in quanto dopo aver immerso il cimino in acqua, il filo tenderebbe altrimenti ad attaccarsi su di essa impedendo una regolare azione di pesca. La pasturazione viene effettuata nelle vicinanze della zona di caduta del galleggiante. Questa tecnica consente di pescare con una lenza estremamente leggera (in quanto il piombo è montato direttamente sul galleggiante) ad una grande distanza con estrema sensibilità sulla mangiata.

Pesci e ambienti
Questa tecnica nasce in acqua dolce per insidiare più o meno tutti i Ciprinidi delle acque ferme o lente, trasformandosi poi per essere utilizzata anche in acque più veloci e basse.
Negli ultimi anni è stata ibridata con successo per essere utilizzata anche in mare, pescando dai moli o dalle scogliere per insediare Saraghi, Occhiate, Aguglie, Boghe, Cefali, Menole, Orate, Spigole, Leccie.

Attrezzature
Accessori fondamentali sono la fionda per il lancio delle pasture, il poggiacanna o rod rest (costituito da un'asta telescopica in metallo con una forcella alla sommità, le cui due estremità sono unite da un tubo in plastica flessibile e morbida), il panchetto per sedersi che funge anche da porta attrezzatura, l'ombrellone utile a ripararsi dalle intemperie e proteggere le pasture. Il rod rest va sempre messo di modo che la canna, una volta posizionata, resti inclinata con il cimino che sfiora la superficie dell'acqua.

Canne
Le canne per questa tecnica sono chiamate, in gergo, match rods. Sono canne a innesti molto leggere, costruite, come ormai la maggior parte delle canne da pesca, in fibra di carbonio, "amorphous" o "whisker-kevlar". Sono quasi sempre in tre pezzi: calcio, pezzo mediano, vetta. Il calcio è rivestito in sughero o materiali sintetici che consentono una buona presa; su questo scorrono due anelli che fissano, con una semplice pressione, il mulinello. La vetta o cimino può essere in pezzo unico (per lanciare lenze leggere) o con cimino riportato o "sdoppiato" (per lanciare zavorre medio-pesanti). Volendo rispettare l'origine di questa tecnica le misure delle canne vanno espresse in piedi; le più usuali sono: 12 piedi (3,67 m - molto usata in Inghilterra per la pesca nei canali e quasi sconosciuta in Italia), 13 piedi (3,97 m - la più venduta in Italia), 14 piedi (4,27 m), 15 piedi (4,57 m). Le ultime due misure sono molto usate dagli agonisti e consentono il lancio di galleggianti con portata compresa tra i 12 ed i 20 g; le misure inferiori lanciano galleggianti con portata che varia tra 1 e 10g. Gli innesti possono essere di tipo classico (in cui, come per molti altri tipi di canna , l'innesto inferiore entra nel superiore) o a spigot ( dove uno spinotto sporgente dal pezzo inferiore fa combaciare tra loro i due pezzi). Gli anelli passafilo sono sempre molto numerosi e ravvicinati tra loro. Hanno un diametro molto piccolo e variano, in numero, tra 13 e 20; la distanza tra loro decresce man mano che ci si avvicina alla vetta. Il numero degli anelli disposto sulla vetta è strettamente correlato all'azione della canna. Questa "anellatura" molto ravvicinata permette, creando una specie di tunnel, lanci relativamente lunghi anche con piccole zavorre, limitando al minimo l'inarcatura del monofilo in caso di vento ed evitando, quando piove, che il filo aderisca alla canna. Si intuisce che, per un buon bilanciamento della canna, gli anelli devono essere di materiale molto leggero e perfettamente allineati tra loro.
L'azione delle match rods può essere parabolica, media, di punta. Quanto maggiore sarà il peso da lanciare, tanto minore sarà la parabolicità della canna. Le canne ad azione parabolica infatti consentono lanci con zavorre di peso compreso tra 1 e 5g, quelle medie tra 5 e 10g, quelle di punta tra 10 e 20g. Solitamente i costruttori riportano sul fusto della canna la potenza di lancio espressa in grammi.
Esistono anche canne di tipo telescopico. Esse sono abbastanza apprezzate in ambito agonistico per la velocità con cui consentono di cambiare attrezzo "entrando in pesca"; essendo molto più coniche rispetto a quelle ad innesti sono comunque indicate per la grosse zavorre.

Mulinelli
I requisiti fondamentali per un buon mulinello adatto ai lunghi lanci della pesca all'inglese sono essenzialmente due: elevata velocità di recupero ed ottima scorrevolezza del meccanismo. Molti pescatori (soprattutto gli inglesi), anziché utilizzare la frizione in fase di recupero del pesce, sbloccano il meccanismo di antiritorno del mulinello frenando, con maggiore o minore pressione del dito sulla bobina, la velocità di fuga della preda. E' un metodo che consente un contatto molto diretto con la preda ma che esige un po' di esperienza! Consigliabile avere sempre una bobina di ricambio attrezzata con del monofilo di spessore differente.

Galleggianti
I wagglers sono fissati alla lenza tramite un anellino solo all'estremità inferiore. Sono quindi scorrevoli e possono essere bloccati stringendo due piombi a cavallo dell'anello. Questi galleggianti permettono di ridurre al minimo la resistenza al vento in fase di lancio e di posare lenze leggere anche molto distanti da riva. Sono fatti spesso con la penna di pavone poiché è elastica, resistente ed in grado di portare anche molto piombo. Vi sono due tipi di forme: lo straight (dritto e semplice adatto a lenze con portata tra 2 e 5 g), il bodied (con base più grossa ed affusolata fatta di balsa o affini per lenze con portata anche fino a 15/20 grammi e lanci anche fino a 60 metri). Esiste anche l'insert, che è semplicemente uno straight con una sottile antenna all'estremità (adatto a lanci corti e quando si necessita di maggior sensibilità). Pescando con waggler scorrevole è consigliabile adoperarne uno già parzialmente piombato. Alcuni pescatori, quando pescano con il waggler scorrevole, aggiungono una girella con moschettone all'anello dello stesso per poter cambiare il galleggiante in pesca senza disfare la montatura.
In acque correnti il waggler diventa inutilizzabile poiché tende ad affondare ad ogni piccolo richiamo. Per effettuare la "passata" si usa quindi lo stick float che è collegato alla lenza in tre punti.

Piombi
Si usano piombi abbastanza grossi simili a pallettoni e molto teneri per la piombatura di base, e i classici pallini spaccati più piccoli per la taratura finale. Per tarare i galleggianti scorrevoli si usa anche filo di piombo avvolto in spire strette attorno alla base del waggler, a condizione di non superare mai i ¾ della sua portata.

Monofili
In bobina si utilizzano diametri che variano dallo 0.16 allo 0.12. Per questa tecnica si utilizzano spesso monofili affondanti di color marrone scuro, verde scuro o anche nero. Il loro peso specifico è maggiore rispetto a quello di altri adoperati in altri tipi di pesca. Anche il nylon classico può comunque essere reso "meno galleggiante" sgrassandolo con del comune detersivo da stoviglie. In fase di pesca è importante che il filo affondi perché altrimenti, con il vento, si creerebbero "pance" che costringono a continui recuperi di filo per mantenere la giusta tensione. La sostituzione del monofilo andrebbe effettuata, per sicurezza, almeno ogni cinque o sei uscite. Il nylon utilizzato per i finali varia dallo 0.08 allo 0.12, a seconda, ovviamente, del colore dell'acqua, dei pesci che si vogliono insidiare e delle esche adoperate.

Ami
Gli ami sono spesso molto piccoli (anche di misura 20 - 22 o addirittura 24) e per questo, considerato che spesso si possono ferrare anche pesci di grossa taglia, è meglio utilizzare ami robusti e resistenti. Esistono infatti in commercio ami appositi d'acciaio con alte percentuali di carbonio per aumentarne la resistenza. A seconda dell'esca vi sono forme diverse; ad esempio pescando con mais o casters (larve di mosca carnaria allo stadio di crisalide) si devono usare ami a curvatura molto allargata.

Azione di pesca: tecniche - esche - accorgimenti
In acque ferme le probabilità di cattura crescono quanto più corretta è la presentazione dell'esca. Questa va effettuata con ami molto piccoli e lenze sottili, facendo cadere l'esca in acqua nel modo più naturale possibile. Di contro però c'è anche l'esigenza, molto spesso, di lanciare molto lontano da riva adoperando quindi, forzatamente, zavorre molto pesanti. La peculiarità di questa tecnica è infatti quella di poter disporre contemporaneamente di una notevole grammatura per il lancio e di una lenza molto morbida e leggera in fase di pesca. La zavorra complessiva è infatti divisa in due parti: quella passiva costituita dai grossi piombi di taratura utili al lancio, quella attiva data invece da pochi piccoli piombini utili in pesca. Quest'ultima non supera mai ¼ della portata totale del waggler. La piombatura passiva viene posizionata a ridosso del waggler. Così facendo i 4/4 della zavorra danno peso al lancio, mentre solo ¼ è utilizzato in pesca rendendo la lenza il più morbida e naturale possibile. Il peso passivo viene avvertito dal pesce solo dopo l'abboccata. I finali sono lunghi anche fino ad un metro e con diametri molto sottili, e sono congiunti alla lenza madre tramite una girella molto piccola (n°20) per evitare attorcigliamenti in fase di recupero. Volendo si può usare anche la doppia asola.
Per ottimizzare il lancio il mulinello va sempre fissato alla sommità dell'impugnatura. Si lancia a due mani, con una alla base del mulinello e l'altra in fondo al calcio a fare da perno. Effettuato il lancio, prima che la lenza tocchi l'acqua, è bene frenarla per stendere il finale in avanti; questo si può fare alzando la canna all'ultimo istante. Si lascia quindi affondare la lenza e si recupera un po' di filo con la vetta della canna sott'acqua fino alla trazione giusta che tenderà a far sparire il waggler sott'acqua.
Fondamentale, sempre, che il filo resti sommerso.

 

Si ferra dolcemente e con progressione con un movimento lento ed ampio, poiché il filo sommerso, se ben teso, evita dispersione di forze. Molti pescatori, soprattutto insidiando pesci lenti ad abboccare come le Carpe ed i Carassi, aspettano qualche secondo prima di ferrare.
L'esca universale è la larva di mosca carnaria o bigattino o maggot. Esistono anche i pinkies, bigattini di color rosso vinaccia. I casters sono bigattini allo stadio di crisalide, validi per pesci di buona taglia. Pescando sul fondo in acque ferme e con lo scorrevole è preferibile pasturare, anziché con i semplici bigattini, con sfarinati impaccati in piccole palle e lanciati ritmicamente, oppure con palle di bigattini incollati con polveri speciali.

Pesca con waggler fisso
Il waggler fisso si usa in acque non più profonde di 2,50 m, o quando si pesca a mezz'acqua o a galla in estate. Si utilizza quindi uno straight o un insert (se più vicini a riva) fissando i piombi passivi tutti appena sotto l'anello passafilo del galleggiante a parte uno che lo bloccherà appena sopra. La piombatura attiva costituita sempre da 2 o 3 pallini massimo (a seconda della profondità di pesca) deve essere posta nelle metà inferiore della distanza che c'è tra amo e waggler.

Pesca con waggler scorrevole
A profondità superiori si deve ricorrere al galleggiante scorrevole detto anche slider. E' senza dubbio una tecnica più complessa rispetto alla precedente. In bobina si utilizza generalmente un diametro dello 0,14. Si effettua un nodo di bloccaggio con filo di colore diverso rispetto a quello della bobina e si infila una perlina di plastica con un piccolissimo foro al fine di bloccare il waggler quando incontra il nodo. Si applica quindi il waggler. Il peso passivo va posizionato a circa 2 metri dall'amo. Il peso attivo è composto in genere da tre pallini di diversa misura ben distanti tra loro. Adesso si deve misurare il fondo. E' un'operazione che richiede perizia ed attenzione: una volta tarato il waggler si toglie momentaneamente uno dei piombi pesanti situati sotto il galleggiante fissandolo a pressione sull'amo, si lancia nel punto desiderato e se il waggler, entrato in pesca, risulta perfettamente tarato è necessario "alzare il fondo"; in caso contrario bisognerà diminuirlo.

Pesca con lo stick float
Si utilizza in acque veloci e non molto profonde con tecnica del tutto simile alla Pesca a Passata. Le montature hanno pallini distribuiti in modo equidistante lungo tutta la lenza al fine di mantenerla il più distesa possibile mentre viene trasportata dalla corrente. Vista l'energia della corrente è meglio usare pasture non "solvibili" (vanno benissimo, ad esempio, i bigattini lanciati a mano).

Pesca on the drop
Significa "pesca in calata" e si pratica in acque ferme quando, nella stagione calda, molti pesci salgono verso la superficie. Si pastura molto e con alta frequenza. Le lenze sono molto sottili allo scopo di far scendere l'esca alla stessa velocità della pastura. Il filo in bobina è raramente superiore allo 0.12, con finale dello 0.08 o 0.10 ed amo del 20 o 22. Come waggler si usa un insert (di portata non superiore a 2,5 o 3 g) a circa un paio di metri dall'amo. Con questa tecnica i lanci si ripetono molto spesso cercando di fare abboccare i pesci in caduta.

Pesca all'inglese in mare
La Pesca all'Inglese in mare è stata introdotta abbastanza di recente. E' ideale per insediare le prede che stazionano distanti da riva e non troppo in profondità. Aiuta molto in situazioni di mare abbastanza agitato e vento contrario, sfavorevoli a lanci lunghi ed al controllo dell'esca. Queste sono del resto, molto spesso, i momenti più propizi per l'abboccata. In effetti bisogna affermare che, per alcuni aspetti, la Pesca all'Inglese in mare si è ben ibridata con la tecnica della Bolognese. Quel che conta è il risultato!
Spesso, pescando da riva, ci si trova sull'alto di una diga in cemento o di una scogliera. Aumenta anche, di conseguenza, la lunghezza delle canne da adoperare. Queste devono anche essere molto più robuste di quelle utilizzate in acqua dolce. Sono lunghe anche 4,50 - 5,00 metri e spesso si utilizzano molto anche grosse telescopiche per praticità di montaggio pescando, come spesso capita, di notte o comunque con poca luce. In realtà le canne ad innesti sono, come visto per la pesca in acqua dolce, senza dubbio più resistenti e con un'azione più armonica, tuttavia, grazie alle ultime tecnologie impiegate nella creazione dei materiali, si trovano sul mercato ottimi compromessi anche per le canne telescopiche. Il top degli anelli sono ad esempio quelli in silicio di carbonio per lo scarsissimo attrito che producono sul monofilo. Nei modelli di canna più all'avanguardia il manico è reso anatomico per aderire all'avambraccio in fase di lancio.
Per quel che riguarda i mulinelli, il rapporto che indica il numero dei giri di bobina rispetto ad un giro della manovella (gear ratio), deve essere il più alto possibile. Meglio mulinelli a bobina aperta e conica per una più scorrevole fuoriuscita del filo in fase di lancio. Anche pescando in mare molti considerano poco importante la frizione del mulinello poiché sbloccano l'antiritorno frizionando con la pressione delle dita sulla bobina… certo è che, vista la forza dei pesci di mare, bisogna saperlo fare molto bene! Ovviamente sempre monofilo scuro, resistente, elastico, con buona tenuta del nodo e affondante (o costantemente sgrassato). Gli spessori sono compresi tra lo 0.12 e lo 0.16 (più sottili per brevi distanze con waggler di portata inferiore ai 6 g, più grossi per distanze e portate superiori). Pescando con lo 0.16 in bobina è meglio mettere lo shock leader. Questo è un pezzo di filo (in questo caso dello 0.18) lungo circa due volte la canna, unito alla lenza madre mediante il nodo marinaio; serve a forzare il lancio con zavorre pesanti senza strappare la lenza madre.
I galleggianti adoperati variano dai 2 ai 20 g; spesso si usano gli intercambiabili per poter modificare velocemente la montatura. I galleggianti più grossi (con portata dai 10 ai 20 g) sono spesso muniti di alette simili a quelle di una freccia; essi consentono notevole penetrazione in aria e precisione di lancio. Molto efficaci sono quelli con l'estremità cava sulla quale c'è un piccolo taglio trasversale appena sopra la linea di galleggiamento (si possono anche ottenere semplicemente montando un pezzo di cannuccia tagliata sull'astina portante) : quando il pesce abbocca l'estremità del galleggiante si riempie d'acqua inabissandosi senza creare alcuna resistenza sul pesce. Riemergendo si svuota con altrettanta facilità. Allo scopo di non logorare la lenza quando si stringono su di essa i piombi più grossi, è utile inserire dei sottilissimi tubicini a protezione del filo (esistono in commercio anche piombi già predisposti).
Gli ami devono essere di tipo nichelato, molto sottili ma resistenti, forti al punto da poter penetrare anche palati ossei relativamente grossi senza spuntarsi. Più grossi sono, meno l'esca, contrariamente ad uno dei concetti base della Pesca all'Inglese, sarà presentata in modo naturale.
Anche in questa tecnica è universalmente usata la larva di mosca carnaria ( indicata per Saraghi, Spigole, Aguglie, Occhiate, piccole Leccie) ; c'è poi il pane francese (a pasta filamentosa adatto a Cefali, Occhiate, Boghe), la sarda (indicata per Cefali, Orate, Menole e Boghe), la cozza, i vermi marini ed i gamberi (per Boghe, Menole, Orate), ecc.. Le pasture sono varie: in linea di massima si utilizzano le esche stesse miscelate con sfarinati vari, farina di pesce essiccato e salato, pane bagnato, formaggio, ecc. ecc.